Karaoke tomato ketchup
Karaoke Tomato Ketchup è uno spettacolo ironico e visionario che trasforma il teatro in un’esperienza collettiva e pop. Tre enigmatiche figure, nate dalle macerie di un mondo esploso, trovano un karaoke e, tra goffi tentativi di canto e gesti grotteschi, cercano di riconnettersi all’umanità perduta: il pubblico. Con un linguaggio fisico, surreale e contaminato tra danza, teatro e musica, lo spettacolo abbatte le barriere tra scena e platea, celebrando l’imperfezione, il gioco e la spontaneità come forme autentiche di espressione.
Karaoke Tomato Ketchup è un baraccone delle meraviglie tra serio e faceto, una macchina ludica e interattiva, capitanata da tre figure in tuta anni ’60 e cerone bianco, che intende mettere in crisi i limiti dei generi teatrali, scavalcando completamente la distanza tra pubblico e attori/rici. Il suo linguaggio, principalmente fisico e dai toni grotteschi, unisce danza, teatro, voce, canto e mimo, ed ha un’estetica al confine tra un vecchio b-movie e un brano hyperpop.
Dopo una terribile esplosione che ha ridotto il pianeta in macerie, nascono tre figure misteriose che, vagando tra i detriti della memoria collettiva, trovano un barattolo di Ketchup ed un computer che proietta karaoke. Attraverso i goffi tentativi di cantare canzoni che il karaoke propone, i tre non solo raccontano la propria storia, ma disperatamente cercano di sciogliere gli eterni nodi creati dall’autodistruzione umana per riconnettersi alle uniche anime sopravvissute al disastro: il pubblico.
Il karaoke (dal giapponese “orchestra vuota”) è la base della nostra ricerca performativa. Simbolo di autenticità che avvicina il pubblico all’esperienza teatrale, il karaoke diventa un atto collettivo, rituale, privo di giudizio, in cui emergono spontaneità, goffaggine e imbarazzo; tutti strumenti che abbattono le barriere della perfezione. Le stonature o esitazioni, accolte come parte di una narrazione condivisa, assieme alla musica e al gioco scenico, creano una nuova forma di teatro popolare, in cui la componente ludica e di autoironia è centrale
autori/autrici e regia Ornella Bavaro, Pietro Barbanente, Salvatore Coscione
in scena Ornella Bavaro, Pietro Barbanente, Salvatore Coscione
costumi Diego Telli, ‘Speziale’- abbigliamento militare.
montaggio video Pietro Barbanente, Salvatore Coscione
foto/video Tommaso Conti, Mattia Depalo
scenografia Pietro Barbanente
musiche “The cage”, Shuji Terayama; versione karaoke di: “I giardini di marzo”, Lucio Battisti, “Ti amo” di Umberto Tozzi, “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli, “Tanti auguri” di Raffaella Carrà, “Città vuota” di Mina.
Con il supporto artistico e amministrativo di Tecnologia Filosofica
Biglietto intero 14€, ridotto 8€ per soci del Teatro degli Sterpi, soci CUT, over 65, under 18 e studenti universitari. Accredito per tutti gli spettacoli del festival 35€.
BIO
Ornella Bavaro, Pietro Giacomo Barbanente e Salvatore Coscione si conoscono durante gli anni di formazione presso l’Atelier teatro fisico a Torino, città in cui vivono e lavorano. Fin da subito, tra i tre nasce un forte legame professionale per condivisione di intenti e visioni in ambito artistico. Nell’aprile 2023, insieme, danno vita a Karaoke Tomato Ketchup, un lavoro che indaga nuovi linguaggi di ricerca del teatro, trovando una mescolanza efficace tra i generi. La loro linea poetica, infatti, è quella di abbattere le barriere tra le categorie teatrali e artistiche e raggiungere autenticità nella ricerca. Attualmente sono artist3 associat3 alla compagnia Tecnologia Filosofica di Torino.